“Lo Sport come veicolo di cultura per i giovani”. L’acquisizione delle competenze naturali
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A cura di Francesco Stasio responsabile rapporti istituzionali OINP
Cosa vuol dire fare sport o studiarlo? Quali sono i riflessi e le opportunità nella crescita e nella formazione di un giovane anche a prescindere dai risultati agonistici da raggiungere o raggiunti? Riuscire a rispondere non e’ sempre facile con distacco e neutralità dopo ormai 57 anni di frequentazione dello sport in generale ed in particolare della disciplina sportiva che ho sempre amato e che amo tuttora come la pallacanestro, che unitamente ai percorsi di studio mi ha fornito gli strumenti necessari per saper scegliere quale percorso di vita intraprendere e come farlo.
Lo sport fornisce sicuramente gli strumenti necessari alla crescita di ognuno di noi e se correttamente coltivato non si puo’ non essergli riconoscente, come sto cercando di realizzare da alcuni anni. Provero’ pertanto a fornire alcuni spunti di riflessione con piu’ distacco, partendo piuttosto dalla mia esperienza trentennale di Human Resources Manager, quando, tra le altre attività, dovevo valutare, in fase di selezione per le assunzioni della mia azienda, le candidature che venivano proposte.
Lo sport, spesso e’ considerato solo un’attività fisica o una competizione, in realtà rappresenta un concreto e forte strumento culturale e formativo, soprattutto per i giovani.
Attraverso lo sport, infatti, si possono trasmettere pratiche e valori fondamentali per la loro crescita individuale e collettiva, contribuendo concretamente alla loro formazione e preparazione al mondo del lavoro oltre a renderli più consapevoli e responsabili e portatori di esempi da seguire.
Praticare realmente lo sport non vuol dire solo e semplicemente gareggiare e misurarsi in una disciplina sportiva, sia in gara che durante gli allenamenti. Prima di tutto, lo sport educa al rispetto delle regole, un principio che va ben oltre il campo da gioco. In ogni disciplina sportiva esistono normative ben precise, anche comportamentali, da studiare e seguire. Il loro rispetto diventa un esempio di legalità e di convivenza civile. La pratica sportiva insegna il fair play, cioè il rispetto per l’avversario, la capacità di stare in una squadra, il saper ascoltare i compagni, aiutarli quando necessario e nel bisogno, oltre che competere con lealtà. Infine la correttezza e l’accettazione della sconfitta, sono tutti elementi fondamentali nella costruzione del carattere di un giovane sportivo e nella acquisizione delle iniziali competenze che molti chiamano “naturali” mentre altri definiscono forse piu’ correttamente in “soft skills”. Ma per raggiungere tutto questo chi pratica sport sa bene quanto siano necessari i sacrifici da affrontare nell’applicazione costante dei movimenti e delle tecniche da adottare negli allenamenti e nelle competizioni, che vuol dire in particolare concentrazione, ma anche continua collaborazione e confronto con gli altri o con il tempo, che sono necessari per raggiungere in team o da soli l’obiettivo previsto. Ed e’ proprio in quest’ultimo caso che serve acquisire la capacità di programmare, progettare e pianificare le proprie “giornate di lavoro”, tutte competenze importanti che serviranno sempre nella propria vita.
Oggi praticare lo sport vuol dire anche studio costante delle tecniche e dei fondamentali da adottare che oggi sono in costante evoluzione, come le tecnologie digitali. Tenersi continuamente aggiornati, studiandone i relativi sviluppi, rappresenta una indispensabile fase di allenamento da praticare, non certo una scelta.
Come recentemente dichiarato nella ns. Carta Costituzionale lo sport è anche uno straordinario veicolo educativo e sociale. In molti contesti, rappresenta uno dei pochi spazi in cui giovani di diverse origini culturali, sociali o etniche possono incontrarsi, conoscersi, collaborare e formarsi insieme. Costruire lo spirito di squadra e la capacità di stare in un team a prescindere da tutto, anzi valorizzandone proprio le differenze, e’ senz’altro una competenza che si acquisisce naturalmente attraverso la condivisione del percorso da fare e l’obbiettivo da raggiungere. Tutto cio’ favorisce la solidarietà, abbatte i pregiudizi e contribuisce a creare anche una cultura dell’integrazione e di partecipazione. Nello sport, ciò che conta non è chi sei o da dove vieni, ma come competi, come ti comporti, come sai stare nel campo di gioco confrontandoti e rapportandoti con gli altri, sapendo, tra l’altro, che devi ascoltare e rispettare il tuo “coach” e l’arbitro della competizione. Imparare il rispetto e ascoltare il consiglio o un’indicazione degli altri, non possono che esser comportamenti utili per la crescita culturale dei e delle giovani.
Altri aspetti oltremodo importanti sono la pratica e la promozione di uno stile di vita sano, anche questi aspetti riportati nel testo della ns Costituzione. Praticare sport aiuta i giovani a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo, a prendersi cura della propria salute e a evitare comportamenti dannosi per se e i propri compagni come la sedentarietà, il consumo di bevande alcoliche o di prodotti dopanti. Lo sport dunque e’ sicuramente una forma di prevenzione e di educazione al benessere.
Molto significativo è anche il ruolo degli “atleti campioni nelle varie discipline sportive” che rappresentato modelli di riferimento. Molti giovani guardano questi sportivi con ammirazione e cercano di trarre ispirazione non solo dalle loro imprese sportive, ma anche dal loro impegno sociale, dalla determinazione e capacità di affrontare le difficoltà e superale. Questi comportamenti sono sicuramente esempi positivi da seguire, specie quando vengono poi vissuti nel bene o nel male durante la crescita dai ragazzi e dalle ragazze. Il saper superare l’ostacolo anche con il proprio team e guardare al prossimo sapendo come affrontarlo. Ma non c’e’ solo il successo agonistico e questa consapevolezza la si matura frequentando il contesto sportivo.
Per questi motivi, e’ fondamentale che il mondo dello sport e della scuola rafforzino, unendole, le loro forti competenze per valorizzare ancor di piu’ l’importanza dello sport, qualsiasi esso sia, come strumento educativo, per evitare l’ulteriore crescita del fenomeno dell’abbandono dallo sport e dal sociale che affligge molti giovani di oggi. Purtroppo e statistiche ufficiali sottolineano con preoccupazione questo andamento. La nuova legge sul ritorno dei Giochi della Gioventu’ rappresenta un primo tassello per far crescere questa alleanza. L’offerta sportiva dovrebbe esser accolta con maggiore consapevolezza per le potenzialità che offre alla crescita ma anche alla prevenzione delle attuali insidie tra cui il bullismo e il cyberbullismo. Inserire lo sport in modo più strutturato nei programmi scolastici può aiutare i ragazzi a sviluppare ulteriormente le competenze “naturali” (le soft skills) come l’ascolto, la collaborazione, la leadership, la gestione dei conflitti e la resilienza. Queste competenze sono necessarie sia nel mondo del lavoro che nella vita di tutti i giorni.
Quindi praticare e studiare da sportivo puo’ rappresentare un vero e proprio veicolo di cultura e competenze. Se valorizzato adeguatamente, determina la formazione dei giovani capaci di affrontare le sfide della vita, anche quelle piu’ difficili rappresentate dal periodo post sportivo, con equilibrio, rispetto e senso di responsabilità. Investire nello sport significa indubbiamente fornire un forte contributo per il raggiungimento di una società migliore.
Questi i motivi per cui quando selezionavo e valutavo un giovane sportivo non potevo non considerare il vissuto che in termini culturali e di competenze porta con se. Queste oggi costituiscono un valore non solo da proteggere ma vieppiu’ da sviluppare. Per questi motivi a parità di caratteristiche tecniche (hard skills), e non solo, la mia scelta era sempre indirizzata alle candidature che provenivano dal mondo del vero sport e, senza presunzione, non mi sono mai pentito delle valutazioni da me operate.