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Il volontariato come vero motore dello sport


Paolo Rendina ha dialogato con Antonello Assogna, Segretario Nazionale delle Polisportive Giovanili Salesiane, ma anche Presidente del Borgo Don Bosco Salesiani per parlare dei cambiamenti che incideranno sulle nuove realtà sportive e del valore del volontariato. Insieme parleremo anche del profondo significato che sta alla base del "dare" e del "fare" per la comunità. Un bellissimo incontro che potrete vedere MARTEDI' 2 MAGGIO dalle 14:20 su MSCHANNEL SKY814 e in replica sul portale MSPLUS


Anche ad Antonello abbiamo chiesto: se oggi venissi nominato presidente di un ente sportivo quale sarebbe la prima cosa che faresti? La risposta ci ha compito e commosso: "Parlerei con le famiglie" ci ha detto Antonello. Non abbiamo altro da aggiungere se non valorizzare la sensibilità che tutti i Presidenti come Antonello hanno nei confronti della Comunità Associativa che è stato chiamato a rappresentare e per la Comunità oltre gli schemi associativi pronta per essere accolta.

 

Antonello ci parlerà poi di SI - Sportinclusivo (il cui manifesto potete leggerlo qui) che celebrerà la tappa finale proprio presso la sede del Borgo Ragazzi Don Bosco

Il Borgo Ragazzi don Bosco affonda le sue origini nella attività di accoglienza dei ragazzi più fragili che i salesiani, a Roma, intrapresero a partire dal 1945, anno in cui termina il secondo conflitto mondiale e l’Italia si ritrova in una situazione di notevole degrado economico e sociale. A due passi dal quartiere Quarticciolo, sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni, luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, il 20 marzo 1947, si diede il via ufficiale ai lavori. L’opera venne terminata esattamente l’anno seguente, il 22 marzo 1948.

Da quel giorno i Salesiani cominciarono allora un lavoro paziente e faticoso: 150 ragazzi interni, 200 semiconvittori, 500 esterni. Un piccolo esercito bisognoso di tutto: cibo, vestiti, libri, giocattoli, attrezzi di lavoro, educazione morale e religiosa.

Qui i ragazzi trovarono una casa, una chiesa, campi di pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, partì l’attività della formazione professionale che continua oggi, anche se mutata nei settori, con il Centro di Formazione Professionale.

 

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